Ucraina, no alla guerra
Le drammatiche vicende che stanno insanguinando l’Ucraina, riproponendo scenari e dinamiche che, in Europa, sembravano definitivamente archiviate, sono fonte di generale preoccupazione per tutto il mondo. Nell’esprimere solidarietà e vicinanza al popolo ucraino, ribadendo il suo intangibile diritto a vivere in una nazione libera e indipendente, non posso che esprimere il mio personale dolore per il fatto che la minaccia venga da una grande nazione come la Russia, che tanti legami culturali ha con l’Europa occidentale, fin dall’epoca di Pietro il Grande e con particolare intensità nell’Otto e Novecento.
È inutile dire quanto la grande narrativa del XIX secolo, da Dostoevskij a Tolstoj, abbia inciso sull’immaginario occidentale; ma è necessario ricordare anche il contributo che la Russia moderna ha dato alle scienze, dal matematico Perel’man, noto al grande pubblico per il suo sdegnoso e finanche bizzarro rifiuto di qualsiasi riconoscimento ufficiale, al fisiologo Pavlov (tutti hanno un’idea di cosa si intenda per “riflesso pavloviano”) al biologo Koltsov, pioniere della genetica.
I singoli autocrati passano, ma la cultura, e la rete di rapporti che grazie ad essa si stabiliscono tra popoli diversi, restano. È una ragione in più, oltre a quelle umanitarie, immediate, drammatiche e pressanti, per augurarsi che la tragedia di queste ore possa trovare al più presto una composizione.
Luca Serianni, Presidente della Fondazione “I Lincei per la Scuola”